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Intervista a Warpit

Benvenuti ad un viaggio nel tempo e nella musica!

Oggi abbiamo l’onore di conoscere più da vicino i Warpit, una band che ha saputo fondere la potenza del Metal con le antiche radici della civiltà nuragica, portando alla ribalta un pezzo di storia sarda come mai prima d’ora. Ci racconti com’è nata l’idea di questo straordinario progetto?

Ciao Ammy!!! 

Era circa il 2004 quando per la prima volta ho sentito il bisogno di raccontare la storia plurimillenaria della nostra terra, dopo anni in cui sono stato bombardato dal metal vichingo, divinità norrene e mitologia celtica, ho pensato “perché non raccontare le mie di origini, invece che parlare di storie che con me non c’entrano nulla?” 
Una volta nata l’idea non è stato semplice trovare altri musicisti con il mio stesso pensiero… Infatti sono passati 19 anni prima che i Warpit vedessero la luce!!!

La formazione della band è avvenuta in modo piuttosto singolare, con ogni componente che si è unito solo dopo aver registrato il proprio contributo. Come hai gestito questa fase e come ha influito sulla coesione del gruppo?

Non è stato semplice, come dicevo prima, trovare e reclutare musicisti per un progetto simile! I brani di “Warpit” erano già composti ed arrangiati da me, i miei fratelli nuragici avevano poco margine su cui giocare… Ma ho sempre insistito nel volere che ognuno di loro esprimesse se stesso, non mi è mai interessato fare un disco solista ma al contrario ho sempre tenuto al discorso di band! 
Ricordo ancora l’emozione delle prime prove dopo le registrazioni, abbiamo subito trovato un feeling estremo, ognuno di loro prende le mie composizioni e ne tira fuori opere d’arte!!!

Il vostro EP omonimo è impregnato di riferimenti alla cultura e alle leggende nuragiche. Come avete selezionato le storie e i miti da raccontare nei vostri brani? Ci sono alcune leggende o figure storiche che vi hanno ispirato particolarmente?

Sicuramente tutta la storia e la cultura sarda, con un occhio di riguardo alla scomparsa civiltà nuragica! Probabilmente non siamo noi a scegliere miti e leggende ma sono loro a scegliere noi.
Scherzi a parte, ciò che ci ha sempre ispirato in primis sono le nostre origini guerriere! L’appartenenza ad una civiltà e ad un territorio che ha più di 5000 anni di storia è un concetto che mi trascina nel passato glorioso della mia terra.
Se dovessi scegliere delle figure storiche, sicuramente sarebbero le statue dei giganti di Mont’ePrama, che si trovano esposte in un museo non lontano dalla città di Oristano, i bronzetti guerrieri, il nostro dio Marduk.

L’arrivo di Andrea Orrù come nuovo cantante ha rappresentato un salto di qualità per la band. Come ha influenzato il vostro sound e la dinamica all’interno del gruppo?

La voce poliedrica di Andrea rappresenta appieno la potenza della nostra musica, ogni volta che saliamo sul palco mi emoziona sentirgli cantare i nostri brani, le sfumature vocali che tira fuori in brani come “Parabellum”, ad esempio, valorizzano appieno l’idea originale.
Per quanto riguarda la dinamica posso affermare che è stato devastante, soprattutto nel nuovo materiale che è in lavorazione, ascoltare un sound così ricco di potenza guerriera.

Come è stato il processo di firma con Triad Records? In che modo questa collaborazione ha influenzato la vostra carriera e i progetti futuri?

Ricordo ancora il primo contatto con Andrea della Triad, in questo primo anno abbiamo raggiunto determinate mete anche grazie a loro, d’altronde siamo una formazione giovane, e non mi sarei aspettato di arrivare fino a questo punto in soli 12 mesi.

Come avete vissuto il passaggio dalla registrazione in studio ai concerti dal vivo? Come reagisce il pubblico ai vostri brani, specialmente quelli con temi legati alla storia e ai miti della Sardegna?

I nostri live per ora, sono avvenuti solo in terra sarda e il pubblico ha reagito molto bene.
La maggior parte dei commenti sono stati “dal vivo siete nettamente più potenti” o ancora “riusciamo a percepire suoni e atmosfere che ci proiettano in un villaggio nuragico” per noi è stato un momento magico perché era proprio il nostro obbiettivo.
Ovviamente abbiamo dovuto studiare i brani come se non li conoscessimo, adattare ogni riff ad un solo chitarrista e infine aggiungere quel pizzico di energia in più, e la ricetta è servita!

Sappiamo che siete recentemente tornati in studio e ci sono grandi novità in arrivo. Puoi darci qualche anticipazione sui nuovi brani o sui progetti futuri della band?

Si, siamo tutt’ora impegnati in studio. 
Abbiamo in lavorazione un singolo con relativo videoclip, anch’esso racconterà una storia antichissima, e conterrà un’altra perla legata al più antico dei nostri canti.
Per quanto riguarda il futuro, stiamo studiando il materiale per il Full Lenght che vedrà la luce nel 2025.

La Sardegna, con la sua storia millenaria e i suoi paesaggi unici, è chiaramente una fonte inesauribile di ispirazione per la vostra musica. Come la vostra terra d’origine continua a influenzare la vostra arte e la vostra visione musicale?

I Warpit sono nati con l’intento di raccontare un po’ della nostra storia, sia in termini storici che in termini di miti e leggende, magari facendo capire anche a chi non conosce la nostra civiltà quali sono le nostre origini e da dove veniamo.
La nostra terra continuerà ad ispirarci ed influenzare le nostre composizioni, come già accennato, abbiamo 5000 anni di storia da raccontare.

Tradizionalmente, il metal è stato associato a tematiche nordiche e vichinghe. Quali sfide e opportunità avete incontrato nel portare alla ribalta una cultura antica come quella nuragica in questo genere musicale?

Posso dire che non è stato per nulla semplice, il metal per molti appassionati è associato da sempre a culture lontane anni luce dalla nostra.
Innanzitutto, occorre sottolineare che la cosiddetta “Cultura Vichinga” tratta di un periodo fra il 700 e il 1000 dopo cristo, cioè Basso Medioevo quando in Italia c’era già una cultura nettamente più avanzata, arte e letteratura erano già ampiamente sviluppate e diffuse, si parla di storia.
La civiltà Nuragica parte invece dal 3000 avanti cristo, l’età del bronzo, quindi parliamo di circa 4mila anni prima dei vichinghi, la nostra è la civiltà più antica del mediterraneo occidentale che non conosceva la scrittura, si parla quindi di preistoria e le fonti arrivano dallo studio dell’archeologia.
Per questo, nei nostri brani si fonde spesso storia e leggenda.
La sfida è quella di doversi documentare a fondo in  una tematica relativamente poco esplorata, questo però è anche una grande opportunità perché ci porta sempre a nuove scoperte, ed ogni pagina di un libro può trasformarsi in un nuovo testo per un nuovo brano.

Ci sono artisti o band, sia italiani che internazionali, con cui vi piacerebbe collaborare o che sentite particolarmente affini al vostro progetto?

Ci sono tanti gruppi che sono stati per me fonte di ispirazione, per alcuni c’è una affinità a livelli di sonorità e stile, per altri a livello di carattere e modo di trattare determinati temi.
In questo particolare momento, se dovessi scegliere direi  Amon Amarth, naturalmente i Warpit si discostano da loro, sia per via dei temi trattati che per lo stile personale.
In questo contesto posso affermare che noi cerchiamo sempre e comunque una identità ed un carattere personale, per questo facciamo fatica a spiegare esattamente quale sia il nostro stile, se ascolti sia l’EP che i nuovi brani inediti che portiamo Live, senti che pur essendoci un unico filo conduttore non si può facilmente incasellare in uno stile preciso e già sentito.

In merito invece alle collaborazioni, nei nostri live cerchiamo sempre di collaborare con band che come noi trattano tematiche legate alle nostre tradizioni e alla storia della nostra isola, siamo anche sempre disponibili a collaborare a vario titolo con tutti i gruppi come noi, siamo convinti che nel mondo Underground occorra fare squadra e sostenersi a vicenda, in modo che la musica originale riparta dalle cantine e dalle sale prova per arrivare ai piccoli locali e poi andare avanti.

Grazie per l’intervista, è stato un piacere conoscervi meglio.