Oggi abbiamo il piacere di parlare con i Mendace Memoria, una band Sludge Metal nata nel 2023, conosciamoli meglio!
La vostra storia è piuttosto particolare: come vi siete ritrovati a fondare la band dopo quell’episodio dell’autocertificazione dimenticata? Qual è stato il momento in cui avete deciso che il progetto musicale doveva diventare realtà?
I mendace memoria nascono dietro al bancone di un locale di Pavia (ormai chiuso, purtroppo) dopo che Kevin (Cantante, Chitarra Ritmica) ha trovato un’autocertificazione Covid accartocciata e dimenticata su un tavolo. Il paragrafo sulle “Dichiarazioni Mendaci” ha fatto scattare una scintilla e, con l’accoppiata di “memoria” è nato il nome del nostro gruppo.
I Mendace, però, non nascono completamente da zero ma dalle ceneri di un altro progetto musicale “VeX” creato dal nostro cantante e da Mattia (Chitarra Solista) gli altri due membri, invece, sono stati “reclutati” sempre nel sopracitato locale: Jacopo (Batteria) ha subito accettato, visto che in quel momento non si trovava impegnato in nessun altro progetto musicale, mentre Giorgio (Basso) è stato inserito quasi forzatamente dopo aver risposto all’invito con “Ho un basso ma non lo so suonare”.
Durante il mese successivo abbiamo subito iniziato a comporre i nostri primi brani: Cuore malato e 9-17.
Ci siamo subito trovati a nostro agio sia a livello performativo sia a livello compositivo e cosi una prova dopo l’altra i Mendace Memoria hanno preso la forma che hanno ora.
Avete scelto di mescolare influenze Grunge, Stoner e Sludge Metal. Cosa vi ha portato verso questi generi e come definireste il vostro sound all’interno di questa combinazione?
La scelta di mescolare influenze stoner, grunge e sludge non è stata una vera e propria scelta ma un punto di incontro dato che ognuno di noi proviene da background musicali molto differenti tra loro.
Nasciamo originariamente come progetto death metal ma, le varie influenze artistiche dei membri del gruppo, ci hanno portato, o meglio spinto, a cercare un sound un meno estremo e più al servizio dei testi.
Il vostro EP in uscita si chiama Randagi di Provincia. Quali tematiche affrontate in questo lavoro e quanto vi ha influenzato la vita nella “provincia sonnolenta ed immortale”?
Randagi di provincia è un titolo molto autobiografico: tutti quanti noi siamo nati o abbiamo vissuto lontani dai grandi centri o nelle periferie cittadine ma, come figli della provincia, siamo stati profondamente attratti dalla (spesso illusoria) luce delle grandi città: il divertimento, il lavoro, l’autodeterminazione hanno spinto tutti a muoversi lontani da casa alla ricerca di una propria dimensione e di una propria strada.
Le tematiche affrontate in questo Ep, oltre al provare a portare alla luce una dimensione di provincia spesso ignorata dai più, sono principalmente due: La ricerca e l’affermazione del proprio nome, ovvero una personale indagine alla ricerca di Senso e di orgoglio nella sconfitta, nel dolore e nell’alienazione, e la speranza di rivincita verso il sistema/mondo attuale.
Questi temi sono stati profondamente influenzati dall’ambiente in cui abbiamo vissuto/viviamo tutt’ora e questo si riflette, secondo noi, principalmente nei panorami lirici in cui si muove l’ep e nella sua critica al sistema: sonnolenta, periferica, quasi sussurrata e sempre coperta dal vociare e dalle luci dei locali del centro.
“9-17” è il primo singolo estratto dall’EP. Potete raccontarci qualcosa di più su questa traccia? C’è un messaggio particolare che volete trasmettere con essa?
9-17 oltre ad essere il nostro primo singolo è stata anche la prima canzone che abbiamo composto insieme ed ha per noi un forte significato simbolico.
La canzone nasce da una riflessione sull’attuale situazione del mondo del lavoro in italia e sul suo impatto sulla vita dei salariati che, spesso, si trovano ingabbiati o per mancaza di alternative o per necessità in ambienti di lavoro tossici, alienanti e pesantemente corrosivi sulla loro salute mentale.
Il testo è diviso in due parti principali: la prima parte, in seconda persona, si rivolge allo “schiavo”, il dipendente e sottolinea a quest’ultimo in modo sincero, brutale e anche un po’canzonatorio la sua subordinazione ai soprusi e alla condizione in cui è costretto a vivere. Mentre la seconda parte, in prima persona, rappresenta lo slancio a voler “raddrizzare la schiena” e il non volersi più piegare al volere di qualcun’altro.
Questo testo è, oltre che una denuncia contro la mentalità tossica del lavoro, le paghe basse e le mancanze di garanzie del mondo del lavoro, anche una stoccata ai diretti interessati che, invece di provare a migliorare le condizioni di lavoro, proprie e degli altri, si trovano spesso a collaborare e a corroborare il sistema
La Title track “Randagi di Provincia” è stata pubblicata subito dopo. Come si collega al resto dell’EP, e cosa rappresenta per voi essere ‘randagi’ nel contesto di cui parlate?
Randagi di provincia è, per noi, la traccia fondamentale dell’Ep e il nostro personale “manifesto”
Essere randagi, innanzitutto, per noi non è un termine negativo ma un titolo da portare con orgoglio: Nessun guinzaglio, nessun padrone, libertà.
La figura del randagio si ispira molto al Vagabondo di Herman Hess e all’inetto di Italo Svevo due prototipi differenti tra loro ma che si fondono e creano il protagonista virtuale che fa da collante nell’Ep.
La riflessione sulla propria condizione di eterno sconfitto, di illuso e di vagabondo in confini predeterminati e invalicabili rende il “randagio”, come l’inetto, consapevole della sua condizione e, proprio questa consapevolezza, gli permette di riflettere e provare ad accettare l’essere ciò che è.
State già lavorando al secondo EP, Protocollo del Dolore. Potete darci qualche anticipazione su come sarà e quali temi affronterà?
Protocollo del dolore vuole essere un seguito spirituale di Randagi di provincia, anche in questo ep affronteremo i temi della ricerca di una propria dimensione, della solitudine, della sconfitta e della rivalsa. I toni saranno più cupi e violenti ma, forse, sarà proprio nel momento più buio, il momento in cui si tocca il fondo a trovare la forza e un senso alla propria esistenza
In che modo la vostra esperienza nelle registrazioni e nella produzione di Randagi di Provincia vi ha influenzato nel processo di scrittura di questo nuovo lavoro?
La produzione di randagi è stata molto tortuosa e ricca di sfide e, l’essere completamente indipendenti, ci ha portato a “sbattere la faccia contro il muro” più di una volta però queste esperienze ci hanno permesso di crescere, sia nell’ambito di scrittura che in quello di produzione, molto più velocemente di quanto aspettassimo e, questa evoluzione, si potrà sentire già dal nostro prossimo lavoro.
Essendo una band nata da poco, quali sono state le maggiori sfide che avete incontrato nel dare vita al progetto e portarlo avanti?
Le maggiori sfide di una band emergente pensiamo siano comuni e risapute ma la nostra sfida più grande è stata il trovare il tempo e gli spazi per portare avanti il progetto: tre membri su quattro lavorano nella ristorazione e spesso ci si trova in condizione di rinunciare a date, prove e sessioni di scrittura ma, alla fine, con un tanto impegno, tante notti insonni e una quantità esagerata di caffè siamo riusciti ad incastrare il tutto e portare avanti il progetto.
Quali sono le vostre principali influenze musicali? Ci sono artisti o band che vi hanno ispirato particolarmente nella creazione della vostra musica?
Le nostre influenze musicali sono molto varie e, come già detto, veniamo tutti da background diversi: Jacopo (batteria) viene dall’ambiente prog rock /fusion jazz, Kevin (canto, chitarra Ritmica) dal Thrash metal e Death Metal, Mattia (Chitarra solista) dall’alternative metal, trap e pop-punk e Giorgio dal Power Metal, Black metal e indie italiano.
Nonostante le differenze spesso abissali abbiamo comunque trovato nel grunge nello sludge metal un punto comune.
Come sonorità siamo stati influenzati molto da questi generi, in particolare dai Melvins, e dall’Harcore Punk poiché tendiamo ad essere molto essenziali nelle tracce di chitarra e basso.
Le ispirazioni testuali sono molto più eterogenee e, come si potrà sentire nell’ep, tutte le canzoni sono scritte da penne diverse.
Cosa possono aspettarsi i vostri fan dai vostri prossimi live show? Ci sono eventi in programma che possiamo segnalare?
I nostri fan nei nostri prossimi live show si possono aspettare bene o male quello che abbiamo sempre portato: Rabbia, Caciara e volumi molto alti.
I prossimi live che abbiamo in programma saranno al The Cult Rock Pub di Abbiategrasso l’8 Dicembre 2024, il 12 Gennaio 2025 al Barrios (Milano), il 29 Gennaio 2025 al Rock and Roll (Milano)
Che saranno il proseguimento del tour di Randagi
Cogliamo anche l’occasione per ringraziarvi per l’intervista e questa meravigliosa opportunità.
Grazie Mille, i Mendace Memoria